discesa fiume po kayak settimo giorno evidenza

26 Aprile 2016 – E fu sera e fu mattina

Riaccendere il fuoco al mattino, per sciogliere un pochino i corpi leggermente contratti dal freddo, è una pratica complessa vista l’umidità della legna in riva al Fiume; ma non ci facciamo prendere dallo sconforto. Una rapida rassettata generale, la moka posizionata sul fornellino già pronta dalla sera precedente, un occhio a non aver dimenticato nulla e via.

Tutto diventa parte di una piacevole routine. I calzari freddi e bagnati sono un must irrinunciabile ad inizio giornata. Le gambe si infilano rapide nel kayak, le mani ancora lente e pigre cercano di fissare i paraspruzzi. Si parte per il settimo giorno consecutivo di navigazione.

Il panorama cambia, per l’ennesima volta. Ed è un bene. Le spiagge lentamente cedono il passo ad argini più alti e rocciosi, creati per tentare di trattenere la voglia che ha il Fiume, ciclicamente ogni Novembre, di espandersi fuori dal suo alveo naturale, inumidendo territori non sempre pronti a ricevere la sua visita.

Mattinata con poche soste, oggi. Pausa pranzo sul presto, alla “Motonautica Parmense” di Colorno (PR). Un bel pontile attrezzato, un’area ben curata tutt’intorno, ed un locale ristoro con qualche anima che vaga per rifocillarsi. Due toast, una birra per me ed un cappuccino per il mio compagno di viaggio che oggi ha deciso di fare il crucco. Ma si, dai… facciamo altri due toast, che la strada è lunga.

Dal Re

Di nuovo in acqua, direzione Boretto (RE). Ultimo ponte prima dell’approdo. Siamo arrivati decisamente presto. Sulla sponda destra ci appare una costruzione di cui avevamo solo sentito parlare. Siamo nel regno del “Re del Po”. Quest’uomo, al secolo Alberto Manotti, vive lungo il Fiume da anni. E dal Fiume raccoglie legname per creare qualcosa di unico: una struttura mastodontica, edificata sulla sabbia, che si presenta come una capanna con tutt’intorno una sorta di ponte tibetano in legno, con tanto di torrette a circa 10 metri di altezza e giochi per bimbi sparsi qua e là.

discesa fiume po kayak re del po boretto

Una cosa ben oltre l’incredibile. Lui non c’è, al momento. E nel silenzio di un tiepido pomeriggio di Aprile decidiamo comunque di buttare un occhio, certi che non la prenderebbe male. Quando costruivo una tenda sopraelevata, agli scout, mi sentivo un vero figo. Oggi devo leggermente riparametrare il concetto di “figo”. Stop. Essere qui senza una macchina fotografica è davvero un reato. Per fortuna, in rete, è possibile vedere questo meraviglioso documentario girato da Nicola Gennari. Prendevi qualche minuto, ne vale davvero la pena.

Boretto ci attende

Un’altra ventina di minuti in acqua ed ecco che Boretto appare sulla sponda destra del Fiume. L’ormeggio è agevole e un paio di persone di mezza età ci salutano dalla balconata che dà sul Fiume. Arriva anche la nostra amica Francesca, giornalista locale, che dopo qualche minuto si cala bene nelle vesti di guida per la visita al Museo del Po. Interessantissimo il giretto all’interno dei locali: il tempo, in qualche modo, si è fermato, lì. Antichi congegni meccanici, libri, progetti, chiodi arrugginiti, targhe storiche, modelli in miniatura di grandi navi appartenute al Fiume in epoche passate. Sorrisino nostalgico, immancabile firma del registro visitatori e poi di corsa sotto la doccia.

Un momento. La nostra ex-compagna delle classi elementari, Diletta, viene a farci un saluto. Ed è una sorpresa graditissima. Lei, trasferitasi nei pressi di Reggio Emilia da qualche anno, ha due splendidi bimbi e lo stesso sorriso contagioso di un tempo.

Ospiti presso il Canoa Team di Boretto Po, il gentilissimo Bisi ci mostra i locali dove passeremo la notte. Dopo aver indossato abiti accettabili, con i nostri inseparabili cappelli ci dirigiamo verso la motonave Padus, dove ci attendono per un graditissimo aperitivo seguito da una piacevole intervista.

discesa fiume po kayak boretto bisi

Durante la chiacchierata con gli operatori della nave, ci raccontano come siano rapidamente cambiate le cose negli anni, dal Fiume alla gente. Altro importante e prezioso bagaglio di informazioni da portare con noi.

Francesca ci intervista, ironica e divertente, osservando spesso i nostri cappelli, allegramente disgustata.

Provviste, cena, nanna

Si parte poi alla disperata ricerca di un negozio per comprare un po’ di cibo in scatola per l’indomani, e di una crema miracolosa per lenire le escoriazioni sulle mani, che hanno la spiacevole capacità di seccarsi tremendamente pur stando in acqua tutto il giorno. Vai a capire queste strane regole del Fiume!

L’appetito è stato drasticamente calmato dalle fette di salame che senza sosta magicamente apparivano sulla Padus, ma un boccone bisogna pur mangiarlo. Trovare una trattoria/osteria/qualsiasicosa aperta martedì sera a Boretto e dintorni non è semplice, ma non ci rinunciamo.

E dopo cena riproviamo con il Re del Po. Si cammina al buio, per arrivare da lui. Una candela, stavolta, illumina la sua capanna dall’interno. Quante cose ha da dire. E quanto tempo vorremmo avere per starlo ad ascoltare. Lui e le sue storie sui “briganti” che continuamente tentano di rovinare la sua opera, e le piene del Fiume, e il suo bisogno di chiodi per continuare il lavoro. Le mani parlano da sole: vissute, piene, dalle enormi dita. Lui, Alberto, altro uomo che viene dal Fiume, e al Fiume in qualche modo appartiene.

discesa fiume po kayak alberto manotti re del po boretto

Buonanotte, Boretto, e grazie di tutto!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Moderazione dei commenti attiva. Il tuo commento non apparirà immediatamente.