discesa fiume po secondo giorno kayak trasbordo Morano

21 Aprile 2016 – E fu sera e fu mattina

Come piccole laboriose api operaie riponiamo tutto nel kayak, con ordine, pronti a ripartire muniti di una grinta da primato. Sicuri… tanto, ormai, il Fiume lo conosciamo.  Neanche per idea. Non conosciamo noi stessi, figuriamoci se conosciamo il Grande Fiume al secondo giorno di navigazione. In pochi minuti ci troviamo in un imbuto in cui i circa 200 metri di larghezza diventano all’improvviso 20. E tutta l’acqua arriva con una forza di cui non riusciamo a renderci conto. Un paio di schiaffi forti, ben assestati. Di quelli che, se sei ancora in piedi, puoi ritenerti più che soddisfatto. La GoPro, dal fondo del Fiume, ci saluta. E lui, il Po, se la ridacchia sotto i baffi. “Stolti che siete! Pensavate di passar da qui senza pagar dazio?” E lui ha ragione. Sempre. Un minuto di silenzio, con tanto di lacrimuccia.

Piacevoli scoperte

Il panorama intorno a noi è meravigliosamente incontaminato, e l’acqua cristallina. Non pare d’essere a pochi chilometri da casa, sul Po. E questo è davvero molto bello. Qualche cosa inizia ad affacciarsi timidamente sulle sponde del Fiume: un piccolo osservatorio, una panchina, un tram, i resti di un ponte… no, aspetta… un tram? Eh, sì. Lì, abbandonato sulla sponda destra, decorato dai writers metropolitani. E sembra così contestualizzato che diventa per noi estremamente difficile immaginarlo altrove. Il suo posto, ormai, è quello.

Pausa pranzo a Pontestura, dove la nostra amica Maddalena ci invoca a gran voce dal maestoso ponte. Un salto in paese in sua compagnia, ad approvvigionarci di cibo ed acqua, quattro chiacchiere in riva al Fiume, la foto di rito. Che vulcano di entusiasmo questa donna!

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Si riparte. Il Fiume, contrariamente a quello che si potrebbe pensare limitandosi a guardarlo in modo superficiale, tira forte. Montandogli in sella non puoi non avvertire la sensazione di essere completamente nelle sue mani, quasi disarmato.

Arriviamo molto rapidamente a Morano, secondo sbarramento da superare. L’acqua rallenta, la vista si apre. Il gps trilla, dicendoci che siamo arrivati al punto del trasbordo. Un po’ cauto, forse… distante dallo sbarramento. Ma senza aver fatto un sopralluogo preliminare avventurarsi oltre è inutile, oltre che pericoloso. Il kayak viene issato non senza fatica su per un pendio che di dolce non ha proprio nulla. Due persone ci indicano una strada diversa da percorrere, rispetto a quella cartografata. Beh, dai… sono chiaramente autoctoni del loco, avranno ben ragione, no? No. Quasi due chilometri tirando e spingendo il PoLentoNe sulle sue ruotine, per arrivare ad un punto in cui la strada muore in prossimità di un bosco. Impossibile procedere.

La provvidenza

Il pomeriggio avanza inesorabile, e ci aspettano a Casale Monferrato. Ci vorrebbe un aiutino dal cielo.  E, infatti, arriva.  E’ Angelo, 82 anni, una vita piacevolmente consumata intorno al Fiume. Con la sua Panda verdina ci traina a passo di trotto per la retta via, fino al punto in cui ci imbarchiamo nuovamente, verso Casale Monferrato.

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Giunti finalmente a destinazione, stanchi più per aver corso dietro al kayak che per la navigazione, accogliamo a braccia aperte la grande disponibilità del Circolo Canottieri di Casale Monferrato: una piacevole intervista, un’ottima cena al loro ristorante ed un rigenerante pernottamento in albergo. Il Circolo è un posto molto ben curato, abbarbicato sull’argine destro del Fiume, prima dei ponti di Casale Monferrato. Era previsto il nostro pernottamento presso la loro foresteria, ma i lavori in corso hanno impedito questa possibilità.

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Riponiamo il kayak sotto una tettoia, raccogliamo gli effetti personali e ancora umidicci saliamo a bordo dell’auto che gentilmente ci trasporta all’Hotel Principe. Una lunga e calda doccia, prima di tornare al Circolo per la deliziosa cena. E la nostra amica Maddalena, conosciuta nel pomeriggio a Pontestura, passa a farci visita in compagnia di una sua conoscente. Quattro chiacchiere sul nostro progetto e poi di corsa sotto le coperte. Intenso, questo secondo giorno di navigazione (e maratona). E domani non sarà da meno.

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