discesa fiume po kayak primo giorno

20 Aprile 2016 – E fu sera e fu mattina

La sveglia non tarda a suonare e in una manciata di minuti si mette rapidamente in moto il meccanismo che porterà noi, famiglie ed amici a San Mauro Torinese, luogo designato per la partenza del nostro viaggio sul Fiume Po. Il Sindaco, prima sorpresa in ordine cronologico, si presenta accompagnato da un gruppo di bimbi a cui far conoscere la nostra iniziativa. Qualche fotografia, una breve intervista… nemmeno il tempo di un caffè, e siamo già sulla pista ciclabile che fiancheggia il lato sinistro del Po, alla ricerca del punto giusto per mettere in acqua il kayak e affrontare il primo giorno di navigazione. Tante persone insieme a noi, ed è molto bello.

Il Fiume è un po’ più basso della scorsa settimana; dobbiamo quindi percorrere qualche centinaio di metri in più. Passo dopo passo iniziamo a comprendere che si sta partendo davvero. Il kayak, il “PoLentoNe”, è finalmente in acqua, grazie anche al prezioso aiuto degli amici che mettono a disposizione le loro braccia. Si salutano tutti, giubbotto salvagente ben stretto, cappello in testa, … via!

discesa fiume po partenza

Il cervello si scollega da tutto per un istante, un millisecondo, come stesse facendo un hard-reset del sistema, per poi ripartire alla prima pagaiata. E dopo un paio di minuti, intorno a noi, solo il silenzio. Dal kayak il Po è diverso. Il mondo è diverso. Quella che ci sembrava un’enorme imbarcazione di quasi 6 metri si rivela un minuscolo granello di sabbia nell’universo. E ti rendi conto che hai un minimo di voce in capitolo solo quando eviti di ribaltarti durante le rapide che il Fiume ti propone, una alla volta, come le portate di un percorso di degustazione. Orecchie ben aperte, e sguardo avanti il più possibile, sempre, per cercare di arrivare preparati alla prova che ci attende.

Primo trasbordo

Tutto bene, anche perché questo tratto di Fiume lo avevamo percorso la settimana precedente. Si arriva a Chivasso ben lanciati, ma lo sbarramento non permette il transito delle imbarcazioni: sulla sponda sinistra, un centinaio di metri prima del ponte di Chivasso, c’è una piccola ansa da cui si può di tirare in secca l’imbarcazione in tutta sicurezza. Un piccolo spuntino e via con il primo trasbordo. Carrellino montato ed assicurato a dovere, equipaggio diviso tra prua e poppa, un paio di chilometri da fare portando a spasso il kayak.

discesa fiume po kayak trasbordo Chivasso

In un’ora e mezza si ricomincia a navigare, ma non prima di aver elemosinato dell’acqua potabile presso una cascina locale. Altre rapide, altre raschiere. Solo che queste non le conosciamo. Qui inizia la vera avventura. Prima volta da qui in poi per il kayak, e soprattutto per noi.

discesa fiume po kayak sbarramento Chivasso

Vedere un ponte in lontananza vuol dire iniziare per tempo a prepararsi ad un po’ di turbolenza. L’acqua, che immaginavamo lenta e piatta, si apre la strada nel letto del Fiume dove trova spazio, serpeggiando veloce e sinuosa tra i sassi e gli ostacoli. L’udito si affina pian piano, cercando di percepire i rumori che provengono da valle. Se il livello dell’acqua si abbassa, il Fiume scivola rapido sui sassi provocando un fragore direttamente proporzionale alla portata dell’acqua. Più è forte il rumore, più deve innalzarsi il livello di guardia.

Attenzione

E l’occhio, nel frattempo, deve trovare la via più sicura da percorrere, cercando di impostare la traiettoria dell’imbarcazione in modo da filar via tra gli ostacoli, evitando timorosamente le correnti più forti. Iniziamo lentamente a comprendere che il Fiume segue una strada tutta sua, che non corrisponde sempre a quella che nella nostra ignoranza fluviale sarebbe più logica. L’istinto motociclistico dice di tagliare la curva, per percorrere meno strada. A osservare bene, invece, la corrente tira forte sempre sull’esterno di ogni curva.  Quando la traccia gps dice che siamo arrivati, è quasi un dispiacere. Ma è meglio non forzare, il primo giorno.

Alla meta

Giuseppe, come un bimbo in un negozio di giocattoli, saltella felice a destra e sinistra recuperando molta più legna di quanta ne andremo ad ardere nel corso della serata. Svesto i panni da kayaker e mi rivesto da boyscout, in ricordo dei tempi andati. Semplice il montaggio della leggerissima tenda Ferrino, che si rivela perfetta per questo tipo di attività viste le sue dimensioni ultra compatte. Una rapida scintilla appicca il fuoco che scalderà i corpi e soprattutto le anime.

discesa fiume po prima notte

I salsicciotti, infilzati nei bastoncini di legna verde accanto alle fette di pancetta, iniziano a dorarsi sulla fiamma inebriando l’aria della loro fragranza, mentre la zuppa cuoce sul fornellino. Un bel momento, senza dubbio. Il tempo si ferma per un po’, regalandoci uno dei tanti bei ricordi che porteremo con noi. Poca l’acqua rimasta da bere, brutto errore. Domani bisognerà fare attenzione a non restar senza. Che poi, restare senza acqua sul Fiume… questa è davvero buona.

E’ il momento dei saluti.  Giuseppe è alle prese con l’attività sui social, ed è una fortuna perché io, invece, me ne starei a guardare il Fiume a lungo, a debita distanza dal resto del Mondo. Un po’ troppo orso, forse. Devo lavorarci su.

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