
23 Aprile 2016 – E fu sera e fu mattina
E’ ormai un automatismo: sveglia, caffè, biscottini, ritiro bagagli, carico sul kayak e diamo il via al quarto giorno di navigazione! Il tempo è buono, il Fiume tranquillo. Le prime due ore, senza pause, passano con inaspettata rapidità, macinando più distanza del previsto. Alex racconta storie che appartengono ad un recente ma sconosciuto passato, al limite dell’incredibile, come quella della Repubblica di Bosgattia ed il suo Çievaloro. Da un viaggio del genere non puoi non tornare arricchito. E poi Simone, e la sua tecnica di pagaiata in retromarcia. E i racconti dei viaggi di Dino. Molto bello. Una mela sgranocchiata rapidamente sulla riva, per sgranchirsi un po’ le gambe, e si riparte.
Man mano che il Fiume ci accompagna, o che noi accompagniamo lui, le pagaiate si fanno più precise, e l’impatto con l’acqua meno rumoroso, come a cercare di non turbare la meravigliosa quiete generale. Si, beh… poi Giuseppe ha i suoi soliti problemini nell’impugnare la pagaia dal lato giusto, ma è solo un divertente aneddoto che si ripeterà per tutti i giorni a venire. E sottolineo “tutti”.
E’ ora di mangiare
Sosta per pranzo nel punto in cui l’Olona Meridionale confluisce da sinistra nel Grande Fiume, subito a sud di San Zenone al Po (PV). Qui, un paio di barche riadattate a punto di ristoro, buffamente inclinate dalla secca, ci accolgono amplificando i nostri già noti disturbi motori causati dal “mal di terra”. Che posto meraviglioso. Su una delle due barche, divenuta una specie di ristorante, una tavolata improvvisata si palesa ai nostri occhi.
Cibo semplice: una frittata, qualche verdura cotta, un salame, un po’ di formaggio, del pane. Una generosa innaffiata di rosso locale. Una buona torta casereccia prima del caffè. Le dita raggrinzite dall’acqua fanno fatica a trovar posto sul manico della chitarra, ma è d’obbligo un’ “Isola che non c’è” improvvisata sul momento, con gli amici.
Altri incontri, prima di ripartire. Due personaggi locali ci intrattengono, al limite della molestia, con i loro già pittoreschi atteggiamenti ulteriormente alterati dal gomito che tende sempre a rimanere piuttosto elevato. Resteranno nella memoria come “quelli del Golf VII“.
Verso la meta
Dobbiamo ripartire. E suona anche un po’ come una scusa, stavolta. Altro Fiume ci attende, anche oggi. E siamo così prestanti e positivi che non ci accontentiamo dei 55 km in programma. Il maltempo avanza inesorabile. Meglio tentare di spingerci un po’ oltre la meta giornaliera per trovare un posto ove poter affrontare la pioggia con un po’ più di tranquillità. Arriviamo dunque a “Le Gabbiane” di Chignolo Po, sulla sponda sinistra del Fiume.
Un porto a tutti gli effetti: c’è posto per montare la tenda riparata almeno da un lato, ed un ristorante. E, purtroppo, c’è anche l’animazione. Un paio di cantori di bassissimo profilo introducono un’agghiacciante serata latino-americana, che nulla ha da spartire con quello che ci circonda. Va così, stasera. Alla fine del quarto giorno di navigazione, stanchezza e un po’ di amarezza, accompagnano i viaggiatori del Fiume alle loro tende. Ultimo sguardo al Po, e poi nanna cullati dal temporale.